ORCHESTRA (2007)
Titolo: Orchestra
Anno: 2007
Casa discografica: Atlantic
Tipo: Doppio Live + 2 Inediti (disponibile anche con DVD)
Valutazione personale (da
1 a 5):
I Nomadi:
Beppe Carletti
- Tastiere
Cico Falzone - Chitarre
Daniele Campani - Batteria
Danilo Sacco - Voce
Massimo Vecchi -
Basso e Voce
Sergio Reggioli - Violino e
Percussioni
L'Orchestra:
Omnia Symphony Orchestra diretta dal Maestro Bruno Santori
Le canzoni:
CD1
- Ci vuole un senso (Moretti - Arveda - Carletti E. - Carletti G. - Sacco)
- In piedi
- La vita che seduce
- Non è un sogno
- Sangue al cuore
- Con me o contro di me
- L'aviatore
- Immagini
- Trovare Dio
- La voglia di posare
- Dove si va
- Io voglio vivere
- Se non ho te
- Ophelia
- Noi non ci saremo
- La collina
- Ti lascio una parola (Goodbye)
CD2
- La mia terra (Cattini - Oliva - Vecchi - Carletti G.)
- Il destino
- Una storia da raccontare
- Un pugno di sabbia
- Stella cieca
- Oriente
- Asia
- La libertà di volare
- L'ultima salita
- Confesso
- Auschwitz
- Amore che prendi amore che dai
- Ho difeso il mio amore
- Jenny
- Canzone per un'amica
- Dio è morto
- Io vagabondo
Dettagli del DVD nella sezione Videografia
Recensione: Con questo live i Nomadi hanno regalato alla musica italiana una vera e propria chicca. Peccato che, come spesso accade, i media non abbiano celebrato il disco come meritava. Non oso immaginare, infatti, se lo stesso lavoro fosse stato fatto da un Vasco Rossi o da una Laura Pausini cosa sarebbe successo a livello mediatico... ma questo è un altro discorso che varrà la pena affrontare in altra sede (sezione).
Passiamo dunque all'analisi del doppio live "Orchestra", che io ritengo un capolavoro. Penso che l'esperienza di Sanremo sia servita al gruppo per capire le potenzialità di un'orchestra unita alla loro musica. Il risultato, infatti, è eccezionale.
Cominciamo però dagli inediti: "Ci vuole un senso" è il pezzo promozionale del doppio live, il singolo che avrebbe dovuto fare da traino all'intero album. La canzone è orecchiabile, e su questo i Nomadi ormai sono dei maestri, ma fondamentalmente è, a mio parere, molto debole, soprattutto nel testo dove ormai ciò che ci racconta questa "nuova" canzone è già stato raccontato in altre decine di canzoni Nomadiane. Nulla di nuovo, quindi, per quanto riguarda il nuovo singolo, con qualche buon spunto musicale, ma che non riesce a salvare un ritornello semplice e scialbo e un testo, come detto, ormai trito e ritrito. Altra "musica" è il secondo inedito, "La mia terra". La canzone è scritta sicuramente meglio, il ritornello, anche se non al primo ascolto magari, è più bello di quello del singolo, e in generale in tutta la canzone troviamo una superiorità netta rispetto alla più famosa canzone promozionale. Penso che comunque i Nomadi abbiano ben fatto a proporre come singolo "Ci vuole un senso" rispetto a "La mia terra". Si conferma ancora una volta, infatti, che il singolo spesso è il più brutto dell'intero album.
Intero album che stavolta racchiude, escludendo gli inediti, ben 32 canzoni.
Il primo disco parte con "In piedi", seguita da "La vita che seduce" e "Non è un sogno". Buon inizio, che ci fa subito notare la bellezza delle canzoni sotto questa nuova veste orchestrale. Arriva poi "Sangue al cuore", e notiamo subito una prima evidente trasformazione di una canzone rispetto alla stessa in studio. Ovviamente le trasformazioni presenti in questo album sono tutte migliori rispetto alle versioni originali in studio. Arriva poi uno dei pezzi più belli del doppio live: "Con me o contro di me" è una canzone straordinaria di per sé, arricchita magicamente dall'orchestra del Maestro Santori. Qui siamo davvero a livelli quasi epici. Seguono subito altri pezzi eseguiti spettacolarmente, dove spiccano fra tutti "Immagini", "Trovare Dio" (si ritorna all'atmosfera magica di "Con me o contro di me"), "La voglia di posare" (davvero bellissima), "Dove si va" (che ci fa chiedere, ancora una volta, come sia stato possibile non vincere con un pezzo simile, laddove Povia (chi?) ha trionfato con il ridicolo "Vorrei avere il becco"... cose dell'altro mondo, per intenderci...). La penultima canzone del primo disco è un'altra chicca: "La collina", un rock aggressivo che si sposa magicamente con un'orchestra meravigliosa. Uniche note un po' deludenti di questa prima parte, a mio parere, il singolo e l'inutile "Se non ho te".
Il secondo disco, a parte il bell'inedito "La mia terra", parte con una sorprendente "Il destino", che si fonde magistralmente con "Una storia da raccontare", che comunque è una delle canzoni meno trasformate dalla presenza dell'orchestra. I pezzi forti di questa seconda parte sono senza dubbio la maestosa "Asia", capace di regalarci un'atmosfera straordinaria, che non fa pesare minimamente i 7 minuti e passa della sua esecuzione; "Confesso", perfetta nel trionfo di violini; "Auschwitz", che riacquista bellezza dopo la deludente nuova versione che ultimamente eseguono i Nomadi durante i live; "Ho difeso il mio amore", un pezzo che con l'orchestra ci va a nozze. Straordinaria, a mio parere, è poi "Jenny": poche parole, semplice, con una musica trascinante nella pienezza del sound orchestrale. La triade che chiude il disco è sempre la stessa che ci accompagna nei tanti concerti durante l'anno: "Canzone per un'amica", "Dio è morto" e l'eterna "Io vagabondo". Manca il Tedeum che troviamo nel DVD. Forse questa seconda parte del live è meno entusiasmante della prima, nonostante abbia canzoni più famose.
Rimane il fatto che "Orchestra", nel totale, è un doppio live straordinario, che non venderà quanto meriterebbe, ma che rimarrà sicuramente uno dei migliori riferimenti discografici per qualsiasi persona amante non solo dei Nomadi, ma della buona musica italiana, quella vera, quella, cioè, che bisogna andarsi a cercare, perché il circuito musicale italiano da anni è in corto grazie alle stesse lagne radiofonico-televisive senza senso dei grandi (cosiddetti) nomi. Su questo il singolo dei Nomadi ha ragione: ci vuole un senso, anche in musica.
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