Augusto Daolio nasce a Novellara (RE) il 18 febbraio del 1947. A sedici anni comincia la sua avventura con i Nomadi. Augusto diventerà così presto una vera e propria bandiera, il simbolo, l'anima del gruppo. Musicalmente sono indiscutibili le sue capacità canore. La sua voce nel corso degli anni ha subito una notevole evoluzione, fino a raggiungere il massimo negli ultimi anni della sua vita, quando la sua voce è diventata inconfondibile, stupenda. Autore di testi bellissimi del vasto repertorio Nomadi, Augusto era un leader carismatico che ha segnato un'epoca per tanti giovani degli anni sessanta e settanta con la sua attività musicale.
Ma Augusto non era soltanto un grande cantante e leader sul palco. Ricordiamo, infatti, anche le sue opere come pittore e scultore. La pittura è stata sempre una sua grande passione. Da autodidatta diventa un grande nell'arte della pittura. Stupendi i suoi quadri, per la maggioranza pieni di alberi, cavalli, natura. La sua mano era guidata da una grande fantasia, che lo portava alla ricerca di un modo, come dire, magico. Non si può dare uno stile alla pittura di Augusto, schiava di ogni metodo, così come il suo modo di comporre testi e poesie. Da ricordare, infatti, che Augusto era un Artista anche come poeta. Molte le sue poesie, stupende, alcune anche scritte dopo i vari concerti.
Augusto Daolio, così, è da considerarsi un Artista Totale. Secondo il mio parere Augusto è stato uno dei più completi artisti del '900, purtroppo - come succede spesso per i grandi - sottovalutato e ignorato dai più. Altra cosa importante nella sua vita, la sua compagna di sempre, Rosanna Fantuzzi, che dopo la sua morte ha fondato l'Associazione "Augusto per la vita". Il rapporto con il suo pubblico poi, è stato sempre stupendo. Augusto non si è mai considerato un grande, un "divo", amava stare tra la gente comune, con i fans, o meglio, gli amici che accorrevano numerosi ai vari concerti. Ecco, una delle sue più grandi doti era la semplicità. Augusto era un persona eccezionale perché riusciva a unire semplicità e grandezza, e non è cosa da tutti.
Augusto Daolio muore dopo una breve malattia il 7 ottobre del 1992. Quarantacinque anni vissuti alla grande, tutti di un fiato. Anche nelle ultime fasi della sua malattia, Augusto continuava ad avere quella forza, quella caparbietà che lo aveva reso grande. Il suo ultimo concerto è stato quello di Masone (GE) l'8 agosto 1992.
Nonostante la sua morte, la storia dei Nomadi, il suo gruppo, è andata avanti, così come avrebbe certamente voluto anch'egli, e ogni anno, a Novellara (RE), durante il Nomadincontro che si tiene sempre intorno alla data del 18 febbraio (il suo compleanno), si assegna in sua memoria il Tributo ad Augusto. Il suo ricordo è sempre vivo nelle persone che lo hanno conosciuto di persona, e in quelle, come me, che purtroppo lo hanno conosciuto solo indirettamente, grazie proprio alla sua grandezza. Finché vivrà il nostro ricordo, continuerà a vivere anche lui, grazie anche alle sue canzoni, i suoi dipinti, le sue poesie...
GRAZIE AUGUSTO!!!
Dal DVD-VHS: "Augusto Daolio, musicista, poeta, pittore":
Augusto Daolio è nato a Novellara (RE) il 18 febbraio 1947, come ebbe a scrivere lui:"...nel cuore della notte, mentre freddo e brina duellavano con rami secchi di pioppi e tigli". A sedici anni iniziò la sua avventura musicale con il complesso dei Nomadi, attività che fu per lui, fino agli ultimi momenti della sua vita, essenziale e per la quale il suo impegno fu totale. L'attività musicale di Augusto e del suo complesso, di cui era il leader carismatico, ha segnato un'epoca e per tanti giovani degli anni Sessanta e Settanta le loro canzoni furono una bandiera. Non solo perché denunciavano il grande disagio di una gioventù che si sentiva testimone occulta dell'olocausto e che viveva il malessere di una società in crisi di identità, ma anche perché contestavano l'impostazione di un costume religioso che si reggeva sull'ipocrisia e il perbenismo. Anche se quei giovani ormai sono diventati padri, quelle canzoni continuano a vivere nei loro cuori e l'amore per queste è stato trasmesso ai loro figli. Questo a dimostrare che, quando le grandi tematiche della vita diventano un "sentire comune", non esiste un salto generazionale. La pittura, altro suo grande impegno artistico, non è mai stata un'attività subalterna a quella musicale ed era frutto delle sue capacità naturali ed istintive. La sua "maniera" di disegnare e dipingere non era schiava di un metodo, così come quella di comporre. Tutto quello che Augusto presentava era sempre e comunque ben radicato nella natura, madre e ancella di tutte le cose. La fantasia guidava la sua mano alla ricerca di un mondo surreale e magico. Amava molto dire: "...mi interessa molto l'aspetto magico e segreto delle cose, gli enigmi, le illusioni delle ombre". Queste attività lo hanno portato a girare il mondo e, nonostante il profondo legame con la sua terra d'origine, era un cosmopolita o, meglio, "un uomo del mondo, un uomo del mio tempo, ma anche un uomo antico". Era autodidatta, pieno di curiosità e di una carica vitale che gli permisero di vivere un'intensa seppur breve carriera artistica. Il vuoto che ha lasciato è incolmabile, e lo testimoniano le migliaia di persone che ancor oggi percorrono lunghe distanze solo per un saluto o per respirare le atmosfere a lui care.
LE
FOTO DI AUGUSTO DAOLIO (Dal sito dell'Associazione Augusto per la Vita)
I
PENSIERI DI AUGUSTO DAOLIO (Dal sito dell'Associazione Augusto per la Vita)
ARTICOLI
ED INTERVISTE (Dal sito dell'Associazione Augusto per la Vita)